Una 40enne perde il bambino per maltrattamenti da parte del compagno avvocato
VERNOLE
Questa storia di maltrattamenti e violenze fisiche non coinvolge solo una donna straniera, 40enne, che vive in Salento da qualche tempo, ma - purtroppo - anche la creatura innocente che aveva in grembo, e che non ha potuto venire al mondo a causa dell'assurda e ignobile violenza da parte del suo compagno, un avvocato 43enne del foro di Brindisi.
Le violenze andavano avanti dal 2007, ma la donna ha reagito solo di recente, a causa di questo fatto gravissimo. Nel febbraio 2013 infatti la donna ha perso il bambino che portava in grembo. Nelle querela esposta aveva denunciato anche l'aborto procurato dalle continue botte; questo è dimostrato dalle ecografie che sono state prodotte agli atti. Da quanto è dato sapere, la gravidanza della donna risultava nella norma il 9 febbraio, mentre una decina di giorni dopo non era più tale. L'esame diagnostico ha rivelato un aborto interno e per questo la 40enne ha dovuto subire ben due interventi chirurgici. La signora ha deciso fortunatamente di reagire, uscire dal silenzio e ribellarsi: si è rivolta al centro antiviolenza Renata Fonte ed è stata in grado, grazie all'aiuto degli esperti del centro e della presidente Maria Luisa Toto, di denunciare tutto.
Ora la vittima è assistita dall'avvocato Stefania Mercaldi, mentre l'uomo, che è finito sotto processo ed è assistito dall'avvocato Ladislao Massari, è accusato di lesioni gravi, maltrattamenti in famiglia, violenza privata e minaccia aggravata.
Il giudice ha stabilito l'approfondimento delle indagini e ha trasmetto di nuovo gli atti alla Procura, che in 4 mesi deve indagare sul presunto procurato aborto.