Roma: Berlusconi disintegra il PDL e rifonda Forza Italia

26.10.2013 16:09

ROMA - Silvio Berlusconi ha chiuso l'era del Popolo della Libertà e ha sancito il ritorno a Forza Italia.

Con il ritorno al partito della "discesa in campo" nel 1994, riecco il "precedente statuto che dà al presidente il diritto di dare delle deleghe".

 

 

 

"Chi ora esercita delle funzioni vi ha di fatto rinunciato, ma io con saggezza indicherò le funzioni che devono svolgere", ha chiarito il Cavaliere al termine dell'ufficio di presidenza del Pdl, e ha fatto anche capire che alcune responsabilità saranno affidate a "persone nuove".

Per il passaggio a Forza Italia "in via indicativa abbiamo pensato di tenerlo l'8 dicembre, nello stesso giorno in cui il Pd sceglierà il suo segretario", ha aggiunto Berlusconi. Guarda un po', proprio la data delle primarie del Pd, e sarà anche la data della resa dei conti interna all'ex Pdl.

Berlusconi non si è sbilanciato contro i "governativi": "Sono stato a pranzo con Alfano e i ministri per 4 ore, secondo me è tutto risolto". Dalla delegazione Pdl al governo "mi aspetto che si continui a lavorare insieme con grande entusiasamo e passione". E sui cinque esponenti dell'ala filo-governativa del Pdl che non hanno preso parte all'ufficio di presidenza Berlusconi ha detto che l'assenza è stata decisa "con il mio consenso". L'ex premier ha quindi chiarito: "Hanno convenuto con noi, poiché volevamo una deliberazione unanime" e, visto che "c'erano delle cose ancora da chiarire, che era meglio non partecipare".

Il premier Enrico Letta si è detto tranquillo, precisando che il suo interlocutore per il governo è, e resta, Angelino Alfano. Letta, impegnato prima a Bruxelles poi a Parigi, sulla "fine" del Pdl ha commentato: è dal 2 di ottobre che il mio interlocutore è Angelino Alfano. Dunque, cosa cambia? Perché per il premier, hanno spiegato fonti a lui vicine, la data spartiacque è quella dell'ultima fiducia: "Anche se in quell'occasione l'improvvisa marcia indietro di Silvio Berlusconi non ha fatto emergere i numeri, la nuova realtà era già chiara: anche al Senato c'è una maggioranza senza il Cavaliere e senza i falchi del Pdl". Dunque, che si arrivi o meno alla scissione pidiellina e alla costituzione di diversi gruppi parlamentari, a palazzo Chigi non fa poi tanta differenza: "L'importante è che ci siano le condizioni per govenare, e bene, a partire dalla legge di Stabilità". E per Letta queste condizioni ci sono.