Le scure della Camorra sul calcio gallipolino: "la B era comprata"

22.01.2014 23:01

17 maggio 2009: in uno stadio "Bianco" gremito in ogni ordine di posto, Mounard, Ginestra e Molinari stendono il Marcianise, il Gallipoli del patron Vincenzo Barba conquista il primo posto nella Prima Divisione e sale dritto in Serie B, la prima della sua storia. La città è in visibilio e i protagonisti della splendida cavalcata vengono osannati da tutti i tifosi giallorossi, mister Giannini in primis.

La storia, poi, ci parlerà di una stagione in cadetteria vissuta con tanto orgoglio sul campo, ma tanta confusione societaria, tanto da giungere al fallimento e alla  retrocessione fino alla Promozione.

Ma è di queste ore un'altra sconcertante notizia: secondo gli investigatori della DDA, infatti, per la promozione in B del Gallo ci fu lo zampino della Camorra, in particolare dei due imprenditori Salvatore e Ivano Righi, ritenuti vicini al clan Contini.

In particolare, questi versarono ingenti somme di denaro nelle tasche di alcuni giocatori della Marcianise (si parla di 50.000 euro) per far si che il risultato finale potesse sorridere ai salentini.

 

Ora i due sono indagati per frode sportiva, con l'aggravante dello stampo mafioso: per i Righi, infatti, - secondo la versione degli inquirenti - avrebbero sfruttato le serie minori professionistiche del calcio italiano per ingrandire il loro giro di affari. Ma non è tutto qui: nella combine pare siano coinvolti anche Giuseppe Gianni e Luigi Dimitri, rispettivamente tecnico e direttore sportivo del club di Barba. 

La Gallipoli del calcio deve, quindi, far nuovamente conto con un'altra batosta sportiva. Duro colpo anche per Giannini che, dallo scorso giugno, ricopre attualmente il ruolo di commisario tecnico della nazionale Libanese.

 

Giulio Serafino