L'Analisi. CALCIOMERCATO, LECCE: PER LA SOCIETA' L'OCCASIONE DEL RISCATTO
Sia chiaro: le somme si tirano alla fine di un percorso, di un progetto, in questo caso di una stagione. Ma sportivamente parlando è noto a tutto il mondo del calcio come Lecce sia una piazza molto esigente. I sostenitori si aspettano tanto e, di questi tempi, dopo tutto quello che un vero tifoso giallorosso ha passato sulla propria pelle, giustamente, ciò che si aspetta lo si pretende quasi subito.
Voltare pagina dopo l'ultimo schock subìto nella scorsa stagione era l'obiettivo principale della dirigenza Tesoro: le buone intenzioni c'erano tutte. Via un intero parco giocatori, dimostratosi incapace di centrare una promozione in B pur disponendo di doti tecniche eccelse per la categoria. Via tutti: si salvano in pochi. Anzi in pochissimi. Si cambia tutto: dal ruolo di portiere fino a giungere alla guida tecnica, passando per staff medico e magazzinieri. La volontà del D.S. Antonio Tesoro era quella evidente di rivoluzionare tutto, puntando su calciatori dalle diverse caratteristiche (calcistiche e non) diverse da quelli degli interpreti della passata annata.
Certo, il lavoro non è facile: ricostruire tutto, e farlo in un ambiente ferito, è compito arduo. Ma Antonio ci prova. Porta in Salento circa venti nuovi uomini confermandone, tra quelli della passata stagione, un numero così esiguo che si conta sulle dita di una mano. Pezzi pregiati e non, giovani promesse e vecchie volpi del campo. Punta, soprattutto, sulle eccellenze della nostra terra, su tutti Fabrizio Miccoli e mister Francesco Moriero. La piazza apprezza: vede nella dirigenza la bontà di un progetto che questa volta non può fallire. Inizia il ritiro, il mercato estivo viene condotto alla spicciolata, ma le pedine utili a Moriero, in un modo o nell'altro, arrivano: c'è chi arriva in forma, chi deve riprendere familiarità con il pallone dopo mesi e mesi di assenza. Ma numericamente il Lecce c'è e il tecnico sente l'affetto dei tifosi dalla sua. Inizia il campionato e tutto quello che di positivo si respirava nel capoluogo barocco presto svanisce: quattro sconfitte consecutive, squadra incapace di arrivare alla conclusione in 90 minuti, non c'è la parvenza di una minima idea di gioco, pochi gol realizzati, troppi quelli incassati. La disamina degli errori, condotta da tutti ed ovunque, ha un unico comun denominatore: la condizione dei giocatori. Condizione disomogenea o assente del tutto in alcuni elementi. Moriero ci crede, ma l'ambiente si scalda: l'operato di Tesoro finisce sul banco degli imputati. Perchè una campagna acquisti condotta al singhiozzo? Perchè puntare su uomini dal bel passato ma dei quali oramai si era persa traccia? Non era questa la stagione della ripartenza certa? Antonio Tesoro, in vero, arriva a metterci anche la faccia (è l'8 agosto 2013, dopo la sconfitta interna subita contro L'Aquila): si assume le sue colpe, ma la musica non cambia. Il suo bel palazzo di buone intenzioni pare crollare.
Serve una scossa: via Moriero, ritorna Lerda. Il nuovo debutto del tecnico piemontese sulla panchina salentina, però, conserva un'altra sconfitta, la quinta consecutiva in quel di Perugia. "Ma non c'entra l'allenatore: sono i calciatori che sono bidoni. E Tesoro non capisce nulla di pallone", si sente gridare tra le vie di Lecce. Ma la società di Piazza Mazzini chiede ulteriore pazienza (sempre più deficitaria e latitante tra i tifosi): Tesoro jr. è convinto di aver fatto il massimo nell'allestire la rosa 2013/2014, serve solo ulteriore tempo per vedere i risultati (mentre il ritardo in classifica si accumula). La mano di Lerda, e del suo staff, inizia a farsi vedere: i giallorossi inanellano, dopo Perugia, undici risultati utili, solo una sconfitta (famigerata, quella di Frosinone) e risalgono la china in graduatoria. Tesoro, e non solo, può ritornare a sorridere: forse, nonostante i limiti che talvolta ancora emergono, la rosa è competitiva e la sfrenesia iniziale con la quale si era subito puntato il dito, forse, era di troppo in un ambiente sempre più scosso e da tutto capire.
Le doti tecniche di tutti gli effettivi (fino a poche settimane prima "bidoni" del calcio), assopite, riemergono e per i tifosi tutti, ovviamente, la gioia è grande. C'è un gran gruppo prima di tutto. Un collettivo modellato ad immagine e somiglianza del mister: corsa, rabbia, aggressività agonistica; non si molla un pallone e fino all'ultimo istante si cerca il gol decisivo (partita contro la Salernitana, ma non solo, docet). Ritorna l'entusiasmo sugli spalti del "Via del Mare", nel salotti televisivi e nelle chiacchiere da bar. "Bravo Tesoro: vedi? Alla fine aveva ragione lui... Di pallone ne capisce". Come manna dal cielo, ma cercata e voluta fortemente, l'allegria e la voglia di tifare Lecce riemergono domenica dopo domenica.
L'armonia che regna sovrana nello spogliatoio giallorosso non c'è nulla che possa minarla. O forse si?
Gennaio: mese del mercato di riparazione, dove ogni squadra cerca l'elemento in più per quel salto di qualità definitivo. "Guai a minare la stabilità interna", rassicurano Lerda e dirigenza. Guai, in effetti, a stravolgere quel forte, ma al tempo stesso delicatissimo, equilibrio creatosi in un gruppo ormai solido. "Se ci sarà la possibilità, interverremo a rinforzarci, magari partirà qualche elemento in esubero, ma dei pezzi pregiati non ci sfuggirà nessuno", fanno sapere dalla sede societaria. I tifosi, dunque, dormono sogni tranquilli, ma la serenità viene violata poche ore fa da alcuni retroscena e dichiarazioni di alcuni elementi della rosa salentina. Si viene a sapere, ad esempio, che i contratti (vere e proprie bombe ad orologeria il cui timer è nelle mani del procuratore di turno) di alcuni calciatori (Walter Lopez e Nicolas Amodio su tutti) sono in scadenza il prossimo 15 gennaio e che, se con la dirigenza Tesoro non si dovesse trovare un accordo, questi possono liberarsi a parametro zero già dall'attuale sessione di calciomercato. Le offerte non mancano certo. Sul laterale uruguaiano, più di ogni altro, si sono spostate le attenzioni di molti club blasonati (il pole il Palermo in cadetteria), ma anche il centrocampista è al centro di alcuni corteggiamenti (Perugia su tutti). Lo scacchiere di Lerda, quindi, rischia seriamente di perdere alcune pedine di fondamentale importanza.
Siamo solo all'inizio del mercato di riparazione, ma già tanti tifosi sono in allerta: non si possono correre quei rischi di cui sopra accennato, non è ammissibile ledere quegli equilibri interni creati con tanto sudore. Non è più concesso sbagliare colpi e strategie. Alla famiglia Tesoro l'arduo compito di riscattarsi definitivamente.
Giulio Serafino