Grande successo per “Lacrime”, della Rassegna “Colpi di Genio” contro la violenza sulle donne. Intervista ad Enza Curto, ideatrice e interprete dello spettacolo
“Lacrime”, spettacolo che rientra nella Rassegna Teatrale “Colpi di genio”, organizzata dall’Assessorato ai Servizi Sociali e Pari Opportunità della Provincia di Lecce per sensibilizzare e contrastare il fenomeno della violenza su donne e minori, ha ottenuto un grande successo di pubblico ieri sera al Teatro Politeama Greco di Lecce. A presentare e introdurre lo spettacolo: la Dott.ssa Maria Teresa Carrozzo, l’Assessore Filomena D’Antini Solero e la Dott.ssa Maria Pia De Giovanni, criminologa.
Protagonista indiscussa è stata la presenza femminile, accanto al tema principe della violenza; le interpreti infatti erano tre donne: Enza Curto, Claudia Proto e Francesca Stomeo, le quali hanno catturato l’attenzione del pubblico dall’inizio alla fine. Grazie alla loro bravura, alla scelta di musiche suggestive, alle luci perfette, alle scene originali ed evocative, non si poteva non immedesimarsi nella protagonista e vivere intensamente con lei le sue sensazioni ed emozioni, durante tutto il corso dello spettacolo. L’inizio è stato indubbiamente molto forte: la protagonista viene al mondo uscendo dalla placenta (un telo di cellofan). Lo spettatore assiste così a tutte le fasi della vita di una donna: la nascita, l’infanzia, l’adolescenza, la giovinezza, l’età matura con il matrimonio. L’attrice principale subisce costantemente violenza da parte delle altre due donne, che negano il suo essere donna, la soffocano, la intrappolano (volontariamente o no) in un’infelicità e in una frustrazione che lacerano dentro lentamente. Ed è proprio questo ciò che denuncia questo spettacolo. Il finale però è positivo: le tre donne si riuniscono, si abbracciano e la doccia fatta insieme nella scena in chiusura, con il balletto vivace, sembra portare alla speranza e simboleggiare una rinascita all’insegna della complicità e del sostegno reciproco.
Abbiamo intervistato Enza Curto, l’attrice protagonista, per chiarire meglio l’essenza di quest’opera teatrale e il messaggio che si intende mandare al pubblico.
Domanda: Qual è l’interpretazione che Lei ha voluto dare allo spettacolo? Alcuni spettatori hanno notato un altro tema che emerge chiaramente dalla rappresentazione: il tabù. Il suo punto di vista a riguardo?
Risposta: Spesso vi è ovviamente un’accusa da parte dell’uomo, ma io credo che ci sia bisogno di una complicità femminile, perché in alcune famiglie sono le stesse donne che diventano omertose nei confronti di momenti di violenza o di disagio, cioè le stesse donne non aiutano le donne. E qui è questo quello che in realtà si racconta. Il tabù sì, è legato anche a una negazione a volte del proprio essere femmina e del proprio essere donna. In alcuni contesti c’è questa negazione, quindi abbiamo affrontato involontariamente forse anche questo tema.
D: Il significato, l’essenza dello spettacolo “Lacrime” è quindi una denuncia di questa omertà?
R: Sì, è un invito a riconoscere il proprio essere donne a tutto tondo. Essere donne non è solo essere madre o sposa; essere donne comporta tanti altri annessi e connessi. Da quando una bambina nasce e per tutta la crescita fino a quando diventa grande, va sempre rispettata. È questo il rispetto, e la violenza che si subisce in questo lavoro, quello che noi raccontiamo è proprio il soffocare l’essere donna, la scoperta del proprio corpo, dei propri sentimenti, dei propri stimoli.
D: Quindi “soffocamento” = “violenza”, “soppressione dell’essere donna” = “violenza”.
R: Sì, esattamente.
D: Che altro può definire “violenza”?
R: Ci sono tante cose che sono “violenza” per noi donne, che magari non portano per fortuna a momenti tragici, ma sono violenze più “tenui”, più sottili, più silenziose, più subdole.
E queste violenze forse fanno più male di quelle “eclatanti” e palesi. Il messaggio dello spettacolo racchiude il desiderio di una maggiore complicità tra donne e il superamento dell’omertà che attanaglia la sfera femminile.
Mariangela Cogna