<<FINO A CHE HAI DA RACCONTARE UNA STORIA TUTTA TUA, SEI VIVO!>>

23.04.2014 01:26

Una vera e propria esperienza di vita quella che propone Luciano Melchionna con il suo spettacolo "Dignità autonome di prostituzione". Non si tratta solo di strabilianti scene di danza, canto e recitazione, ma di un vero e proprio capolavoro che alla sua sesta edizione torna in scena, a grande richiesta, ricco di novità. Novità che però non distolgono l'attenzione da quelle che sono le tematiche fondamentali, che si possono ritrovare anche nelle precedenti versioni dello spettacolo, e che sottolineano quegli aspetti


che spesso e volentieri, nella frenesia della quotidianità, diamo per scontato, dimenticandoli. La bellezza sconvolgente di tutto questo è senza dubbio la capacità di vestire lo spettatore, modellandosi sul suo corpo, non soltanto coinvolgendolo per l'impeto delle scene, ma catturandolo attraverso la freschezza e al contempo incisività con la quale vengono messi in campo aspetti della vita di ogni individuo, della sua quotidianità, di quelle che sono le problematiche proprie ad ognuno. Lo spettatore diviene attore, invitato ad entrare e fondersi in questo universo "altro", dove ciò che è guardato di sottecchi diviene sinonimo di giustizia, voce per chi non ha voce, libertà. Una libertà che chiede il "perché" della vita; una libertà che chiede la sua dignità; una libertà che chiede riparo dal deterioramento del senso della vita; una libertà che lotta per esprimersi e che rifugge più di ogni altra cosa dal chiedere la pietà degli altri. Nella "Casa Chiusa" di "Dignità autonome di prostituzione" gli attori, come prostitute, si concedono al pubblico, si lasciano abbordare da questo e a loro volta lo adescano, lasciandolo contrattare il prezzo da "pagare" per poter immergersi in una o più di quelle PILLOLE DI PIACERE che i vari attori donano. Pillole che non sono altro che monologhi e performance varie dal sapore classico o contemporaneo, dietro alle quali si cela una critica a quel finto perbenismo che aleggia nella nostra società e che ci intorpidisce, facendoci divenire meri spettatori della vita nostra ed altrui. <<Non

faccio teatro sperimentale,>> afferma Luciano <<cerco di fare teatro con la "T" maiuscola. E questa mia tensione al meglio credo sia stata recepita dal mio pubblico, che anno dopo anno, continua ad affluire numeroso e caloroso, regalandomi quella forza e grinta per andare sempre oltre. Sono convinto infatti che quando si raggiunge il successo, proprio come è avvenuto a questo spettacolo, è il momento di lavorare ancora più sodo e tirar fuori il meglio da ognuno di noi, perché il successo non si deve dare mai per scontato.>>

 

 

Con un cast d'eccellenza, ricco di grandi attori con i quali questo spettacolo è nato e cresciuto, ma anche di nuovi volti, scoperti nel cuore pulsante di Lecce Capitale 2019 e fatti salire a bordo di questa grande famiglia, farà il suo ritorno a grande richiesta, dopo lo straordinario successo degli anni precedenti, sul palcoscenico del Teatro Paisiello a Lecce, dal 23 al 26 aprile ogni sera alle 21.00 e il 27 aprile alle 18.30. Buona visione a tutti!

 

Chiara Luna Candido Stomeo