Decadenza Berlusconi. I sostenitori salentini di Silvio scendono in piazza: Tra tutti spiccano Marti, Messuti e Frasca

27.11.2013 18:56

Roma blindata. Mentre a Palazzo Madama, i senatori discutono in vista del voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi, in piazza si preparano due manifestazioni. Una pro-cav davanti a Palazzo Grazioli, dove si sono riuniti i sostenitori dell'ex premier. L’altra, poco distante, del popolo viola che chiede la decadenza

 

«È un colpo di Stato». Il giorno del voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi comincia con un maxistriscione quattro metri per due, affisso sulla facciata dell’ingresso di Palazzo Grazioli. La scritta, che avrebbe dovuto accogliere il Cavaliere alle 16.00, orario in cui è previsto il suo intervento sul palco allestito per l’occasione dal lato di via degli Astalli, è stata rimossa dalle forze dell’ordine tra le rimostranze dei presenti. Appena la notizia è giunta al Senato, il coro delle reazioni è stato unanime «Giudichiamo molto grave quanto accaduto e, in attesa di chiarimenti - dicono in una nota congiunta i due capigruppo di Forza Italia Renato Brunetta e Paolo Romani - preannunciamo sin d’ora interrogazioni urgenti al ministro dell’Interno, Angelino Alfano, affinché venga fatta piena luce su questo inaccettabile episodio». Per Daniele Capezzone «è letteralmente incredibile la notizia del sequestro preventivo di un cartello a via del Plebiscito. In Italia non c’è free speech? La libertà di parola e di espressione è sottoposta al vaglio preventivo di qualcuno?». Daniela Santanché definisce «vergognoso il sequestro dello striscione. Che ci sia una sorta di controllo politico ad opera delle forze dell’ordine rispetto ad una manifestazione pacifica come quella a sostegno del leader di Forza Italia, è indegno di un Paese civile è palesemente contrario all’agibilità democratica e alla Costituzione che prevede espressamente il diritto di pensiero e di parola».

La replica della Questura arriva poco dopo l’inizio del sit-in «gli agenti non hanno rimosso e sequestrato il cartello ma hanno invitato i manifestanti a rimuoverlo».

 

 

Quello di oggi potrebbe essere l’ultimo giorno da parlamentare per Silvio Berlusconi, l’ultimo dopo quasi un ventennio. Il voto è previsto per le 17.00, due ore prima rispetto alla tabella di marcia stabilita. Un'unica, interminabile, seduta, poi l'esito che in entambi i casi cambierà la storia politica del nostro Paese. Nel dibattito generale si sono iscritti a parlare25 senatori. Ben 22 quelli contro la decadenza, quasi tutti di Forza Italia, Gal e Nuovo Centrodestra.

 

Intanto via del Plebiscito si sta riempiendo, con bandiere tricolori e cartelli di solidarietà. E non sono mancati momenti di tensione. Nella capitale sono attesi circa 300 pullman. Eppure, come lamenta una nota del Partito, anche su quel fronte non sono mancati i problemi. «Prima hanno costretto i pullman dei nostri sostenitori a parcheggiare a Cinecittà. Ora - si legge- hanno spento le macchine dei biglietti e chiusi gli uffici della Metro A alla fermata Cinecittà-Anagnina».

Molti gli esponenti salentini che sono andati personalmente a dare il proprio supporto al Presidente Berlusconi, tra i tanti spiccano On Roberto Marti, Ass. Gaetano Messuti, Cons. Mino Frasca, compatti sotto la bandiera salentina di Forza Italia.

Intanto, una contro-manifestazione organizzata dal Popolo Viola a favore della decadenza di Berlusconi da Senatore -dopo la sua condanna definitiva per frode fiscale, in base alla legge Severino votata lo scorso anno anche dal centrodestra - si terrà invece dalle 15.00 a piazza delle Cinque Lune, non lontano da Palazzo Madama.

 

Sono circa un migliaio, tra polizia e carabinieri, gli uomini e le donne in divisa che presidieranno palazzi, piazze e obiettivi sensibili. Uno dei timori della prefettura è che possano infiltrarsi, come accaduto in altre occasioni, frange estremiste estranee alle proteste in questione. Nulla è stato lasciato al caso.

Una giornata difficile con tre finali possibili. Il primo vede la decadenza di Berlusconi e la marcia fino al Senato del popolo di Silvio. Seconda opzione, Berlusconi non decade. L'ultima ipotesi è che il senato fatichi a decidere e la votazione slitti.