Intervista alla Dott.ssa Eliana Francot, formatore AID (Associazone Italiana Dislessia)
Domani, 29 ottobre, alle ore 18:30 presso le Officine Cantelmo avrà luogo l’incontro “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico” in cui interverranno Marco Cataldo, presidente delle Officine Cantelmo e la dott.ssa Eliana Francot, ricercatrice universitaria e formatore AID, la quale ha risposto a una nostra intervista.
Dott.ssa Francot, ci spiega cosa è l’AID (Associazione Italiana Dislessia).
L’AID si è costituita nel 1996 con un triplice scopo: sensibilizzare il mondo professionale, scolastico e la pubblica opinione sul problema della dislessia evolutiva, promuovere ricerca e formazione nei diversi ambiti di intervento, offrire agli utenti un punto di riferimento certo e qualificato per ottenere informazioni e aiuto. All’interno dell’associazione sono egualmente presenti tecnici (psicologi, neuropsichiatri, logopedisti, pedagogisti), così come genitori, insegnanti e dislessici adulti. Un passo assolutamente fondamentale per la storia dell’Associazione è stato l’aver ottenuto nel 2004 l’accreditamento presso il MIUR come Ente per la formazione degli insegnanti sulla Dislessia.
Ci sono in programma una serie di incontri, a chi si rivolgono?
Gli incontri sono rivolti non solo alle famiglie dei ragazzi dislessici ed ai loro insegnanti, ma a quanti hanno interesse alla particolare tematica.
Cosa è la dislessia e quali sono i numeri nazionali e locali.
La dislessia è un disturbo che riguarda la capacità di leggere e scrivere in modo fluente e corretto. Leggere e scrivere sono atti così semplici e automatici che risulta difficile comprendere la difficoltà di un bambino dislessico che fatica ad automatizzare questi processi. In Italia la dislessia è ancora poco conosciuta, benchè si calcoli che riguardi almeno 1.500.000 persone. La dislessia non è causata ne da un deficit di intelligenza ne da problemi ambientali o psicologici o da deficit sensoriali o neurologici. Il bambino dislessico può leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al massimo le sue capacità e le sue energie, poichè non può farlo in maniera automatica. Perciò si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro, non impara. Tuttavia questi bambini sono intelligenti e, di solito, vivaci e creativi.
Essendo Presidente della sezione di Lecce solo da pochi giorni non sono in possesso di dati certi riguardanti la nostra Provincia. Posso dirle che i soci della sezione di Lecce sono 45 ma credo che a breve saranno molti di più se penso alle telefonate che ricevo quasi giornalmente da parte di genitori che hanno scoperto solo da poco tempo la dislessia di uno dei loro figli. L’incidenza a livello nazionale è del 5%.
Quali sono le leggi e gli strumenti a vostra disposizione?
Negli ultimi anni sono numerose le note ministeriali, le circolari, contenenti indicazioni sia per la normale didattica che per gli esami di stato a tutela degli alunni con dislessia. Il passo più importante, a livello normativo, è avvenuto con l’approvazione da parte del Parlamento Italiano della LEGGE n. 170 dell’8 ottobre 2010: “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico”. In questa legge vengono finalmente riconosciute la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento che si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana” (Art. 1). Questo è un principio fondamentale, che toglie ogni dubbio a chi ancora oggi pensa ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento come a una scusa. Non dovremmo più sentir dire: “`e intelligente, ma non si applica”, “quando vuole le cose le sa fare ... `e solo pigro!”. La Legge 170/2010 rappresenta sicuramente una vittoria per i “dislessici” e per i loro genitori, ma anche un’opportunità di crescita culturale per la scuola e un’occasione per riflettere sulla sua organizzazione e sulle sue metodologie. Infatti garantire un corretto inserimento degli alunni con dislessia significa parlare di strategie di apprendimento significativo e autentico, centrate sul soggetto che apprende, per assicurargli necessarie misure di accompagnamento e di sostegno allo studio. Questa modalità di approccio all’insegnamento ha indubbi benefici anche per il resto della classe. La legge prende in con- siderazione tutto il percorso formativo scolastico, dalla scuola dell’infanzia fino all’università. Inoltre, nel perseguire le proprie finalità, entra nell’organizzazione scolastica e nell’adeguamento delle impostazioni didattiche: “Gli studenti con diagnosi di DSA hanno diritto a fruire di appositi provvedimenti dispensativi e compensativi di flessibilità didattica nel corso dei cicli di istruzione e formazione e negli studi universitari”. (Art. 5).L'A.I.D. (Associazione Italiana Dislessia) sezione di Lecce promuove l'iniziativa dal titolo "Dislessia una sfida possibile".