Direttore della Asl di Brindisi aggredito sotto casa a Lecce: movente misterioso

25.10.2013 15:50

                         

 

Stefano Rossi, 50 anni, Direttore amministrativo della Asl di Brindisi, ha subito una violenta aggressione mercoledì intorno alle ore 20 di sera, mentre stava rientrando a casa, in Via Gramsci 32 a Lecce.

I malviventi erano di certo tre, lo hanno atteso sotto casa e grazie all'oscurità si sono facilmente introdotti nel cortile quando Rossi ha azionato il comando a distanza per aprire il cancello. Fulmineamente, appena il Direttore ha aperto la portiera della sua auto, i tre criminali lo hanno pestato a sangue, riempiendolo di schiaffi, pugni e calci. La vittima essendo stata colta così all'improvviso e sotto la raffica di colpi, non ha potuto ovviamente riconoscere i tre aggressori, che hanno agito a volto scoperto. Rossi è stato capace di difendersi per quel che ha potuto, parandosi il volto con le braccia e le mani.

Forse c'era anche un quarto uomo, un complice, che ha fatto in modo di tenere aperto il cancello, dotato di cellula fotoelettrica, consentendo ai tre criminali di non rimanere chiusi dentro.

Dopo la violenza il professionista, aiutato da alcuni passanti, si è recato al pronto soccorso dell'ospedale "Vito Fazzi" di Lecce per farsi medicare: la prognosi è di una decina di giorni. Per fortuna ha riportato ferite abbastanza lievi al volto, nonostante l'aggressione fosse stata molto feroce. Sul posto sono giunti i carabinieri del nucleo investigativo di Lecce che, coordinati dal colonnello Saverio Lombardi, hanno avviato le indagini, procurandosi le registrazioni delle videocamere di sorveglianza posizionate nell'area interessata dall'aggressione nei pressi del garage: queste infatti potrebbero rivelarsi utili per identificare i malviventi.

Il Direttore della Asl ha ovviamente sporto la denuncia e ha raccontato ai carabinieri di non conoscere i suoi aggressori; sulla base di suddetta denuncia la procura della Repubblica e i militari hanno aperto un'inchiesta.

Un episodio analogamente "punitivo", risalente allo scorso 29 gennaio, potrebbe essere collegato a questo appena accaduto: l’auto di Rossi, parcheggiata in via Napoli, proprio nei pressi della sede amministrativa della Asl di Brindisi, fu danneggiata da alcune fiamme sprigionate nel pomeriggio, intorno alle 18. All’epoca, i vigili del fuoco non trovarono alcun indizio che potesse far pensare ad un incendio, quanto, piuttosto, ad un corto circuito. Il fatto però, che a quel tempo è stato archiviato come accidentale, potrebbe essere visto ed esaminato adesso sotto un’ottica totalmente differente.

Si ipotizza che questo episodio di violenza personale potrebbe essere legato alla sfera lavorativa del professionista, il quale ha a che fare con i tagli continui imposti al servizio sanitario.

La Direzione Generale della Asl di Brindisi in una nota ha espresso solidarietà e vicinanza a Rossi "per la vile aggressione subita" pronunciando "una ferma condanna contro chi ha inteso perpetrare, nei confronti del direttore amministrativo, un ignobile atto di violenza personale".

"Gli Amministratori locali – si aggiunge – quotidianamente in trincea per operare in favore della collettività, sono quelli maggiormente esposti a certi episodi, e proprio questi gesti di violenza non possono che essere incondizionatamente condannati e stigmatizzati, ribadendo l’impegno dell’intera direzione generale a continuare nell’operato senza condizionamenti, riaffermando un forte sì alla legalità ed un deciso no alla violenza".

Anche tutto il mondo della politica ha mostrato solidarietà al Direttore, condannando l'accaduto fermamente.

L’assessore regionale alle Politiche per la Salute Elena Gentile ha dichiarato: "Occorre sia fatta luce su questo episodio perché già troppe aggressioni e intimidazioni sono state portate a termine contro i vertici della Asl brindisina e occorre fermare tutti gli atti di violenza. La Regione è vicina al dottor Rossi e chiede dunque che siano portati a termine tutti gli atti di indagine per risalire ai responsabili".