Avvelenamento colposo delle acque: condanna a 2 anni e 6 mesi di reclusione per Giovanni Semeraro, ex patron del Lecce Calcio

29.11.2013 10:56

 

Il giudice monocratico del Tribunale di Lecce, Silvia Minerva, ha condannato Giovanni Semeraro, imprenditore leccese ed ex patron della squadra di calcio del Lecce a una pena di 2 anni e 2 mesi per avvelenamento e 4 mesi per omessa comunicazione. Semeraro, difeso dagli legali Sambati e Pallara, è infatti ritenuto responsabile di inquinamento da idrocarburi della falda acquifera di una zona molto ampia che si trova a nord della città di Lecce e di omessa bonifica.  La condanna è stata decisa nell'ambito del processo nato dall'inchiesta dei carabinieri del Noe di Lecce sullo Studium 2000. 

Il giudice Silvia Minerva ha dato ragione alla ricostruzione del pm Ennio Cillo, che aveva parlato di “colpa cosciente e avvelenamento colposo”. Nella requisitoria il pm ha ripercorso le tappe della vicenda, partendo dal 1997, anno in cui Apisem (deposito di  carburante di proprietà della “R & G Semeraro Spa”) termina l’attività. Da quel momento cominciano una serie di analisi, consulenze e osservazioni che portano tutte allo stesso risultato: la falda acquifera sotto l’ex Apisem è fortemente inquinata dagli idrocarburi. Sempre secondo il pm Cillo, se si fosse intervenuti a quel tempo, bonificando l’area quando l’avvelenamento delle acque poteva essere circoscritto con più facilità, oggi la situazione sarebbe ben diversa. È stato disposto inoltre il risarcimento per le parti civili: 15 mila euro spettano alla Regione Puglia, 5 mila euro ciascuno a Codacons e Legambiente, 35.201 a favore dell’Università del Salento, e 100 mila euro per Sergio Fiorentino, che abitava nella zona. Il risarcimento dovrà avvenire entro 90 giorni dal passato in giudicato della sentenza.

 Il giudice Silvia Minerva ha stabilito che la pena sia sospesa nel momento in cui ci dovesse essere una bonifica immediata di tutta l'area inquinata delle aree della “R & G Semeraro Spa”, dell'Università del Salento, di Fiorentino Sergio e del Comune di Lecce nel termine di 90 giorni dal passaggio in giudicato della sentenza e al pagamento delle provvisionali in favore delle parti civili.

 Il giudice ha anche trasmesso gli atti al pubblico ministero Ennio Cillo perché venga valutata la posizione del sindaco di Lecce, Paolo Perrone, del dirigente dell'Ufficio Ambiente, Fernando Bonocuore, dei dirigenti del serviizo gesitone rifiuti e bonifica della Regione Puglia e del funzionario della Regione Puglia responsabile del procedimento amministrativo, per i reati di omissione di atti d'ufficio e concorso nell'avvelenamento delle acque.

 

(foto: iltaccoditalia.info)